La chiusura dei centri sportivi – già tragica per titolari e personale impiegato nelle migliaia di impianti, palestre, piscine e campi sportivi disseminati in tutta Italia – rischia di far collassare uno tra i più importanti network di promozione di salute e sani stili di vita per i cittadini e di comportare pesanti ricadute sull’intera filiera produttiva, che potrebbero mettere in ginocchio le aziende che producono attrezzature, abbigliamento e calzature per il fitness». È per questo che Assosport (Associazione Nazionale fra i Produttori di Articoli Sportivi), Assofitness (organizzazione delle aziende italiane del fitness facente capo ad Assosport) e Anif-EuroWellness (Associazione Nazionale Impianti Sport & Fitness) si sono rivolti ai più stretti collaboratori del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora «per chiedere al Governo misure tarate sul settore per affrontare nell’immediato la crisi economica esplosa a causa del diffondersi del virus Covid-19, ma pure un piano d’azione lungimirante per il medio-lungo termine, che preveda quindi interventi a lunga gittata: quando il peggio sarà passato, e ci auguriamo che passi presto, la ripartenza dei centri sportivi e dell’industria dello sportsystem sarà possibile – è l’analisi condivisa dalle tre realtà associative – solo se titolari e gestori di Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche ed imprenditori potranno contare su sussidi, agevolazioni e incentivi da investire nella ripresa. L’Italia vanta da sempre una tradizione sportiva di altissimo livello che permette ai grandi campioni di esprimersi e ad una popolazione di 20 milioni di persone, di ogni fascia d’età, tramite lo sport dilettantistico, di tutelare la propria salute. Il nostro Paese non può permettersi di lasciare indietro un comparto che dà lavoro a più di 1 milione di persone tra dipendenti, collaboratori e addetti al settore».

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